Racconti sul Marocco
Marocco,  Storie e racconti dal mondo

Racconti sul Marocco: gli amici lungo il cammino

Se è vero che chi trova un amico trova un tesoro, noi durante il viaggio in Marocco ci siamo arricchiti tantissimo. Venti giorni di viaggio zaino in spalla, nove città visitate e tanti amici lungo il cammino a rendere questa esperienza ancor più meravigliosa.

Dopo un’ottima programmazione siamo partiti per questa fantastica avventura, iniziando da Tangeri e passando in ordine a Chefchaouen, Fes, Meknes, Rabat, Casablanca, Essaouira, Marrakech fino al deserto di Zagora, ed in ogni luogo abbiamo lasciato un amico, o almeno una persona importante che ha segnato il nostro viaggio.

L’aereo per il Marocco – Chiacchiere fra amici

Conosciamo i primi amici marocchini addirittura in aereo!

Io e Giulia siamo seduti distanti ma casualmente entrambi affianco a due marocchini, io affianco ad un signore di Tangeri che vive a Bergamo e fa il metalmeccanico, Giulia affianco a Zineb, una simpatica donna di Fes che vive a Cremona ed è grande fan della Ferragni, anch’essa di Cremona! “A Marrakech ti puoi comprare la collanina che usa la Chiara Ferragni” dice Zineb a Giulia per rompere il ghiaccio.

Entrambi si dimostrano simpaticissimi, curiosi e felici che andiamo a visitare la loro nazione, il signore che mi siede di fianco ha uno sguardo fiero quando gli racconto che staremo molti giorni in Marocco e che non visiteremo solo le classiche città, che faremo tutto il viaggio zaino in spalla spostandoci con mezzi pubblici. È così felice che prima di salutarci all’arrivo a Tangeri mi dà il suo indirizzo marocchino invitandomi sia per dormire che per mangiare, che ospitalità!!

Prima tappa del viaggio in Marocco – Un amico a Tangeri

Dove? In una chiesa!

Il secondo amico marocchino lo troviamo a Tangeri, la prima tappa del viaggio e precisamente lì dove non ti aspetti, in una chiesa.

Dopo qualche giorno in mezzo al caos della Medina e dei suoi caotici mercati fatti di urla, contrattazioni, rumori di una zona della città che non si ferma mai, decidiamo di rifugiarci per un po’ di pace nella chiesa più importante del Marocco, la S. Andrew Church.

Lì, nel suo bellissimo giardino, si presenta il guardiano, lascia le sue faccende e si unisce a noi, ci racconta la sua storia e la storia della chiesa, due storie che si intrecciano, è molto simpatico e gentile e ci dà tanti consigli per il proseguo del nostro viaggio. Parliamo a lungo, e alla fine quando gli chiedo se ci facciamo una foto insieme ne è entusiasta, ci lasciamo con un abbraccio e la promessa che prima o poi ci saremo rivisti.

Chefchaouen con vista – Un tè alla menta con amici

Il giorno successivo partiamo per Chefchaouen, la nostra seconda tappa, pernottiamo in un bellissimo Riad che ci accoglie con un classico tè alla menta nella terrazza dove si fa solitamente colazione.

Sono le undici e mentre beviamo il tè di benvenuto in mezzo ai tanti tavolini vuoti con la straordinaria vista panoramica della città blu, ad un certo punto arrivano due ragazzi per fare colazione, si siedono con noi pur essendoci tanti posti a sedere e fin da subito iniziamo a parlare.

Vivono a Parigi ma sono uno di origine algerina ed uno di origine marocchina. Passiamo con loro un’ora o forse più a parlare del mondo, dei viaggi, delle culture vicine e lontane, condividiamo pensieri e racconti. Si crea un’atmosfera molto bella, persone con storie diverse unite dall’amore per il mondo, per i viaggi, per il cibo e per la cultura.

Finita la colazione, prima di lasciarci ci invitano ad andare con loro a fare una gita alle bellissime cascate che sorgono a qualche decina di chilometri dalla città. Purtroppo dobbiamo declinare l’invito perché stiamo solo una notte a Chefchaouen, ma sono certo che ci rincontreremo, noi per non sbagliare li abbiamo invitati in Sardegna!

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Tè con vista a Chefchaouen

La medina di Fes – Tutte le strade portano a un amico

La caotica Fes ci fa incontrare tante belle persone, una ragazza tedesca, un gruppo di italiani e la loro fantastica guida Said, ma soprattutto un simpatico venditore di borse.

Siamo immersi nelle complicate vie della medina di Fes quando ad un certo punto vediamo un caseggiato con un’ infinità di borse in pelle, che subito attirano Giulia. Non è un vero e proprio negozio del Suq, in un lato infatti si trova una porta che fa arrivare alla piccola fabbrica di borse.

Incerti se entrare, spiamo il lavoro delle persone dall’uscio, ma uno di loro subito si avvicina e ci attira dentro in stile classico marocchino, “entrate, per guardare non si paga”, detto che ci seguirà praticamente per tutto il viaggio!

Vediamo alcune delle lavorazioni che sono intenti a svolgere e rimaniamo ammaliati dalla maestria e dalla semplicità dei movimenti. Giulia viene rapita subito dal fascino di un grande borsone, io penso che visto che abbiamo progettato di comprare un bagaglio da imbarcare per le tante compere che faremo, anziché un trolley possiamo comprare un borsone, un souvenir per trasportare souvenir!

Io e il simpatico signore iniziamo la contrattazione per il borsone, lui parte da 750 dirham, prezzo ottimo per un italiano ma troppo alto per gli standard marocchini, ribatto al ribasso, ci stuzzichiamo con battute e prezzi, ci sediamo e rimaniamo più di mezz’ora sempre con grossi sorrisi a contrattare, ma parliamo anche di noi, delle nostre vite, e ci raccontiamo a vicenda. Fra una chiacchiera e l’altra la spunto per una cifra attorno alla metà, un ottimo affare per entrambi!!

Anche dopo la fine della trattativa continuiamo a chiacchierare per un po’ e concludiamo questo piacevole incontro con strette di mano e foto ricordo!!!

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Meknes: chi trova un amico trova un buon pasto offerto con tanta generosità

Dopo Fes ci aspetta un’altra città imperiale, Meknes, diversa dalle altre città imperiali, più piccola e intima. Qui conosciamo Abdul Jalil, un simpatico signore che ci farà vedere la città e non solo…

Incontriamo Abdul a due passi dal nostro Riad, lo troviamo fermo ad aspettarci col suo carrellino che lo aiuta a muoversi. Parla un italiano un po’ arrangiato, appreso per strada, in tv, più per necessità che per piacere, spesso infatti fa da guida ai turisti che visitano la città, cerca di mantenere la famiglia come può facendo del suo meglio.

Passiamo tre ore con lui in giro per la città, ci fa vedere i luoghi più nascosti e crudi di Meknes, quelli che da solo non arriveresti mai a vedere. Non smettiamo un attimo di parlare e raccontarci a vicenda, lui è interessato a noi quanto noi lo siamo a lui.

Finito il giro ci domanda se ci avrebbe fatto piacere vedere casa sua, vedere alcune cose che vende e bere un buon tè. Dopo un attimo di incertezza accettiamo. Appena arrivati ci offre il tè, ci presenta la famiglia e ci mostra oggetti che recupera dalle tribù del deserto, che compra ai mercatini o che creano lui e la moglie. Il tutto con dolcezza e senza le pressioni che si hanno per strada.

È felice che siamo lì e ci ripete più volte che non dobbiamo sentirci costretti a comprare se non ci va. Io però ho già adocchiato tante cose e riempio una busta di oggetti straordinari.

Felicissimo della nostra presenza, Abdul insistite tantissimo per farci rimanere a pranzo, per poi scoprire che il pranzo lo fanno solo per noi. La gentilissima moglie di Abdul arriva con un grande vassoio argentato, apparecchia per noi e ci serve una buonissima e classica insalata marocchina, una zuppa di fave e del pane appena sfornato.

Sarà stata la situazione forse, ma è uno dei pasti che ho apprezzato di più in tutto il nostro viaggio in Marocco.

Abdul e la sua famiglia sono gentilissimi, mi dimentico di essere in una casa che sembra un labirinto, in un paese che non conosco, in una città non molto turistica e con persone sconosciute e mi sento in famiglia.

Abbracciamo con molto affetto Abdul e torniamo al Riad con un’esperienza unica nel cuore.

Attraversiamo la capitale Rabat e la metropoli Casablanca apprezzandole ma notando che queste sono più occidentalizzate delle altre città, le persone più distaccate. Tutto ciò cambia invece quando arriviamo da Casablanca a Essaouira.

Il porto di Essaouira: un amico dal mare

Con la piccola città di mare è amore a prima vista e qui conosciamo tante persone simpatiche e molto amichevoli, più volte ci fermiamo in negozi dove senza comprar nulla e senza volerci vendere nulla veniamo fatti accomodare, ci viene offerto il buonissimo tè e chiacchieriamo, spesso della nostra Italia e spesso con marocchini con un passato nel Bel Paese. Ma questa volta vi raccontiamo un’altra storia…

La romantica luce del sole che cala lascia spazio al buio della notte, resa più tenue dalla luna, camminiamo lungo il porto, tra i pescatori che finiscono gli ultimi lavori prima di tornare a casa.

Da subito noto un piccolo uomo sulla cinquantina appoggiato ad una balaustra che di tanto in tanto ci osserva, siamo a qualche metro dalla banchina quando dopo poco si avvicina rivolgendosi a noi in inglese, ha occhi stanchi e buoni, ci racconta la sua vita, le sue giornate che iniziano all’alba e finiscono quando è ormai ora di cena.

Gli diciamo che parla un ottimo inglese e lui con timidezza ci racconta che ha frequentato l’università ma che il richiamo del mare e di quella vita vissuta prima di lui dal nonno e dal padre lo aveva allontanato da un futuro forse migliore, ma che probabilmente non lo avrebbe reso così felice.

Il suo racconto è romantico, un amore infinito verso il mare che coinvolge chi lo ascolta. Anche noi gli raccontiamo la nostra Sardegna, del nostro mare, e capisce che a Essaouira ci sentiamo un po’ a casa.

Vedendoci affascinati ci porta con lui a visitare il porto, raccontandoci i dettagli del suo lavoro, incontriamo i suoi colleghi, anch’essi con gli occhi stanchi di chi ha vissuto più in mare che nella terra ferma. Dopo un po’ in compagnia del nostro amico ci accorgiamo che è tardi, il porto si è quasi svuotato, così lo salutiamo calorosamente lasciandolo al meritato riposo.

Marrakech: fra i colori accesi e i penetranti odori delle spezie si trova un amico

Ultima città Marrakech, ci arriviamo felici ma stanchi dopo due settimane in viaggio. La città con la sua bella, caotica e spettacolare piazza Jemaa el fna ci accoglie calorosamente, sono gli ultimi giorni di viaggio e cerchiamo un posto non turistico dove comprare le famose spezie.

Dopo aver girato tanti negozi fuori dal centro, ne incontriamo uno nascosto in un vecchio fondouk nella parte ebraica della città, il Mellah. Il proprietario del negozio, un quarantenne con il viso da bravo ragazzo, si rende subito disponibile nei nostri confronti, sembra un po’ imbarazzato perché non parla inglese.

Piano piano prendiamo confidenza, un po’ con gesti un po’ con il mio pessimo francese riusciamo a comunicare, a scambiarci racconti e pareri. Giulia è persa tra i mille odori e colori delle spezie, ma “per comprare c’è tempo” dice il nostro amico che prima ci invita ad accomodarci per bere un tè e fare quattro chiacchiere.

Raccontandoci i mille segreti delle erbe marocchine ci prepara un tè royal, un mix di vari ingredienti, un pizzico di zafferano, radici, foglie, un gusto unico ed eccezionale. Ci vede affascinati dal suo negozio e i suoi occhi lo tradiscono, si vede palesemente la fierezza per quello che fa, per le tradizioni portate avanti. Facciamo mille compere a prezzi infinitamente più bassi degli altri posti.

Ci fa qualche regalo e prima di andarcene ci abbraccia e bacia con affetto, noi lo lasciamo con un sorriso e la promessa che ci saremmo rivisti. “In šā Allāh” (se dio vuole) è la sua risposta.

Queste sono solo alcune delle amicizie che abbiamo vissuto durante il viaggio in Marocco, un paese accogliente, che regala piacevoli incontri. Non importa che lingua parli, cosa mangi, come ti vesti, in Marocco ti puoi sentire come a casa, una casa piena di amici.

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